La città di Barentù fu fondata il 25 Marzo del 1903 dal primo governatore italiano Alberto Pollera, il quale scrisse anche un libro intitolato “Cunama e Baria”, molto interessante per la conoscenza di queste due gruppi etnici. La regione inizialmente veniva denominata “Gash Setit ”, nome composta dai due grandi fiumi che vi attraversano la regione.
Barentù si trova nel bassopiano occidentale eritreo e dista da Asmara 240 km. È la capitale della regione Gash Barka. Gli abitanti si stimano dai 50 ai 60 mila. È una città strategica e un importante crocevia. Barentù fu pure centro di irradiazione missionaria dei Frati Cappuccini di varie Province italiane, pionieri della zona dal 1911. Nella regione sono presenti tutti i nove gruppi etnici dell’Eritrea.
Le Sorelle Ausiliarie sono un Istituto di Laiche Consacrate, fondate dal compianto mio predecessore Mons. Luca Milesi, missionario cappuccino di San Giovanni Bianco, persona carismatica e intraprendente che spese la sua vita in Eritrea per ben 56 anni.
Con la creazione della Diocesi, avvenuta il 21 Dicembre 1995, Mons. Luca Milesi, stabilitosi nella sua sede a Barentù e in seguito alla realizzazione di tantissime iniziative, chiamò le Sorelle Ausiliarie a condurre la scuola materna ”Amanida” nella città di Barentù, in un rione allora quasi periferico (oggi si trova al centro), abitato maggiormente dall’etnia Kunama, detta anche Bazen. Tali Sorelle Ausiliarie hanno mirabilmente portato avanti la scuola materna fino alla nazionalizzazione di tutte le opere sociali della nostra Chiesa e delle altre fedi religiose, da parte del governo eritreo avvenuta ormai da quattro anni e più. La Comunità delle Sorelle è tuttora presente a Barentù a servizio della Diocesi.
Scopo del progetto
Il progetto presentato dalle Sorelle Ausiliarie, da quanto ho capito a prima vista, ti ha creato qualche perplessità, come se fosse esclusivamente una costruzione a beneficio delle Sorelle o dell’Istituto. Invece lo scopo è principalmente mirato ad ampi raggi di intervento.
Dopo la nazionalizzazione delle opere sociali, la Chiesa Cattolica in generale e le Diocesi in particolare si sono poste la domanda:” Quid facendum nunc et ventis adversis?”, “Che facciamo ora anche con i venti contrari?”. A tale scopo la nostra Diocesi, dopo aver escogitato diverse maniere di venire incontro alle necessità e ai bisogni della gente, è convenuta con l’Istituto delle Sorelle Ausiliarie perché continuino la loro opera di assistenza:
– ai bambini, aiutandoli nel dopo-scuola con lezioni supplementari e educazione civica.
– all’alfabetizzazione delle donne e delle ragazze madri, che non sono poche.
– all’educazione e all’igiene delle mamme e delle ragazze madri.
– alla prevenzione delle malattie infettive dell’aids e della sifilide, nonché all’educazione sui rapporti sessuali
– offrire un ambiente di studio per ragazzi e ragazze del rione che a casa sono molto distratti e non hanno possibilità di un luogo favorevole… ecc.
Questi sono i motivi per la nascita del progetto, specificamente mirato allo scopo di come esposto sopra.
Luogo
L’Istituto delle Sorelle Ausiliarie ottennero anni fa, dall’amministrazione locale, un terreno non tanto distante dalla loro abitazione. Presentandosi la necessità di un posto appropriato per svolgere le attività elencate, l’intento è di formare una struttura nell’ambito di questo terreno, protetto da una recinzione, quale ambiente di formazione ai fini richiesti e diretto dall’Istituto delle Sorelle Ausiliarie.
Costi
Oltre al fiLe presentato nel progetto, è da tenere in considerazione queste altre voci: materiale didattico, banchi, sedie, installazione della corrente elettrica e accessori, contributo per le Sorelle.
Ringraziamento e saluto
L’impegno e la vicinanza della vostra Associazione si sono sempre manifestati in favore della nostra Diocesi, in modo particolare con la scuola materna di AMANIDA. Grazie a tale sostegno e all’immagine ottenuta, la nostra scuola materna fu all’epoca premiata per la serietà e per i fruttuosi esiti educativi, per diverse volte dal Ministero dell’Istruzione della Regione, rendendola quale scuola esemplare a tutte le altre, private e governative. A distanza di anni siamo qui a bussare alla porta della vostra Associazione per chiedere ancora il vostro fraterno gesto di solidarietà, che ci permetta di essere vicini alla nostra gente e di garantire loro il nostro servizio e continuità.
Grazie anticipate per quello che vorrete positivamente rispondere alla nostra richiesta per la realizzazione del nostro sogno, tanto determinante a favore del nostro popolo provato da molte altre vicissitudini.
Con tanti auguri di ogni bene, un caro saluto a tutto il Gruppo e la mia benedizione,
+Thomas Osman Ofmcap – Vescovo di Barentù – Eritrea